lunedì 17 settembre 2012

Marocco







Dopo varie indecisioni e discussioni causa anche pregiudizi sul paese, quest'anno decidiamo di affrontare il lungo viaggio verso il Marocco.
Scegliamo di prendere la nave Setè - Tangeri all' andata e di farci in moto Spagna e Francia al  ritorno.
L'itinerario toccherà la città di Chefchaouen, Fes, per poi scendere fino al deserto a Merzouga. Da lì proseguiremo per Marrakech, passando per le gole del Todre e del Dades, la città di Tinherir e Ouarzazate.
Da Marrakech ci dirigeremo verso il mare ad Essaouira, per poi risalire la costa fino a Rabat, che lasceremo poi per arrivare a Tangeri e prendere la nave per la Spagna.
In terra europea decideremo al momento le soste, in base alla stanchezza, fino al ritorno in Italia.


CONSIGLI E SUGGERIMENTI

- Sconsigliamo vivamente di prendere una nave dall'Europa. Il tragitto è lungo e noioso. Molto meglio passare per Francia e Spagna e traghettare da Gibraltar a Tangeri
- Le strade sono tutte asfaltate e ben tenute. Non esagerare con la velocità perchè c'è molta polizia. Nel caso si venga fermati comportarsi in modo educato.
- Ci sono benzinai ovunque, anche nella zona del deserto, circa a 20 km l'uno dall'altro. Unico tratto di strada senza rifornimenti per lunghi tratti è quello che va da Ouarzazzate a Marrakech, consigliato pieno alla partenza.
- Durante il periodo del ramadam molti ristoranti in pausa pranzo sono chiusi, consigliamo di prendere delle provviste al supermercato la sera prima.
- Nel periodo di luglio e agosto il caldo in alcune zone è insopportabile, soprattutto verso il deserto e verso Marrakech. Portarsi sempre dietro sali minerali e del thè in polvere, così da poter bere senza problemi anche quando l'acqua diventa calda. In ogni caso sempre meglio affrontare i viaggi la mattina presto, svegliandosi anche alle 6.00
- Attenzione all'ingresso nelle città, alle proposte che gli abitanti vi faranno inseguendovi. Se accettate di andare nell'albergo scelto da loro o di assumerli come guida assicuratevi prima di quanto vogliano per questo servizio.
- Sconsigliamo di scegliere alberghi nelle medine se avete pesanti bauletti da trasportare, le moto non possono entrare, e a volte si è costretti a lasciarle lontano.
- Lasciare  comunque sempre la moto custodita da qualcuno o nell'albergo
- Per le donne non è così d'obbligo coprirsi, siamo turisti, ma portatevi sempre dietro uno scialle per ogni evenienza.
- Non è possibile fotografare zone di dogana e polizia, e fuori dalle città le persone non amano essere fotografate.
- Armatevi di pazienza e siate sempre educati, perchè vi si avvicineranno con proposte in ogni momento. Abbiamo preferito prendere una guida di nostra spontanea volontà solo a Fes, perchè la medina è un labirinto veramente complicato .Il resto è fattibile in autonomia, ma è molto difficile rifiutare le proposte dei locals... semplicemente non se ne vanno neanche dopo 100 NO decisi consecutivi.
- Il Marocco non ci ha mai dato la sensazione di essere un paese pericoloso.



21 luglio Milano - Setè 701 km

La sveglia suona alle otto, ci sistemiamo e salutiamo i gatti, compresa Prunilde, la gatta di mio fratello ospite da noi, che attualmente vive nel bagno per paura di uscire e affrontare gli altri tre disperati.
Quando mi avvicino al Lino mi soffia e non si fa accarezzare. Troppo intelligente, sa che dovrà stare tre settimane da solo, o forse troppo stupido... non mi riconosce con stivali e  giubbotto da moto?
Piove, quindi partiamo con le nostre tute, per niente scoraggiati.
Verso Ventimiglia torna il sole e andiamo via lisci fino a che vedo per terra la scritta Francia.
Passato il confine ci fermiamo in un area di sosta per pranzare, ma è vietato entrare con i caschi, così mi piazzo fuori, a turno andiamo in bagno e Ricky prende delle cose da mangiare al volo.
Le autostrade francesi ci deludono. Si paga in continuazione e la zona riservata alle carte di credito è vietata alle moto.
Come già ci era successo in Corsica, abbiamo la sensazione che non siano tanto amati i centauri da queste parti.
Inoltre i caselli si intasano e si formano delle file allucinanti.
In un autogrill, mentre vado in bagno, ho la sensazione che un uomo mi stia seguendo urlandomi dietro, ma faccio finta di niente, allungo il passo ed entro. Quando torno Ricky mi dice, ridendo, che un signore dopo avermi inseguita è andato da lui chiedendogli se fossi una certa Loren...la cosa strana e buffa è che mi successe la stessa identica cosa a Milano, quando un francese mi fermò chiedendomi se fossi Chantilly.
Insomma, pare che io abbia una sosia in Francia.
Sete'
Arriviamo a Setè alle 18.00 e ci rilassiamo.
Il paesino è strano, di mare, con architettura francese ma abitanti per lo più marocchini. Le case sono belle ed anche la zona del fiume,ma tutto è tenuto male e la piazza principale è turistica con solo ristoranti a menù fisso.
Io però sono felice perchè in ognuno c'è del buonissimo formaggio con il miele.
Tornati alla nave l'imbarco risulta lungo e difficoltoso, mandano due volte Ricky a fare il biglietto sostenendo ci voglia una vidimazione, che poi non ci vuole, non si capisce da dove si entra e siamo costretti a stare in fila con le auto.
Quando arriviamo al ponte una signorina ci dice che ci ha chiamati per farci passare avanti ma che non abbiamo sentito...strano eravamo tipo a dieci km di distanza con il casco in testa.....
Entriamo nella zona delle poltrone e ci accorgiamo di essere probabilmente gli unici italiani della nave. Nella stanza famiglie di marocchini si sono sdraiati ovunque con pesanti coperte e borse frigo. Gli odori sono già forti e subito pensiamo che dovremmo stare sulla nave due giorni e due notti.
Il personale  è  napoletano e quando mi avvicino a chiedere dove si trova il bar mi chiedono " E tu che ci fai qui? "   ed io tutta fiera " Vado in Marocco" e mi allontano sentendo le loro risate.
La notte passa in modo tragicomico.
Dopo aver provato a vedere un film nella sala cinema, dove la temperatura era cento sotto lo zero, e provato mille posizioni sulle poltrone, decido di buttarmi a terra... mi addormento subito.
Ma da lì a poco inizia un concerto di russate mai sentito. Ognuno ha una tonalità diversa e sono tutti piazzati intorno a noi. C'è la signora con il sibilo al naso, il ragazzo con la russata decisa e il francese con la russata saltuaria, ma ad altissimi decibel che si conclude poi con un attacco di tosse catarrosa.
Chi non russa, essendoci il ramadam, è intento a mangiare come un forsennato.
La cosa mi sembra così surreale che alle tre di notte inizio a ridere con le lacrime agli occhi svegliando Ricky.

22 luglio Nave verso il Marocco


Lasciando l'Europa

La mattina dopo mi dice che solo io posso riuscire a dormire per terra così beata e ridere a crepapelle per una situazione così. Se lui avesse avuto un pugnale, la sua reazione sarebbe stata ben più tragica. Andiamo a fare colazione, al bar capiscono che siamo italiani e veniamo accolti con entusiasmo, ci viene preparato un cappuccino vero e proprio.
La giornata è infinita e passa tra dormite, film, partite a carte, letture, studio della Lonely Planet, pranzi, cene e aperitivi decisamente costosissimi.
Ci fermiamo a Barcellona tipo sette infinite ore e ne approfittiamo per farci timbrare il passaporto e rilasciare la carta verde per la moto.
La polizia marocchina ha adibito il salone discoteca ad ufficio, c'è un caldo atroce e la procedura è alquanto antiquata.
Per il passaporto ritiriamo il nostro numero scritto su pezzettini di carta stracciata ed un signore vestito con la sua tipica tunica marocchina chiama i numeri in arabo.
Per la carta verde bisogna mettere i fogli compilati e il libretto del proprio mezzo sul lungo bancone del bar e ognuno spostandosi di sedia in sedia sposta tutto facendolo scorrere.
Sono però tutti pronti ad aiutarci e, chi sa l'italiano, ci dice ogni volta quanti numeri mancano.
Con il passaporto ce la caviamo e quando ci chiedono quale sia la nostra prima destinazione e rispondiamo Chefchaouen, dei ragazzi, seduti lì da tempo immemore...mah...sorridono e dicono aahh...
Ho compreso solo  leggendo la mia inseparabile guida che è la città con il fumo più buono del Marocco, per questo famosa meta di turisti.

Avvistando l'Africa
Alle 20.00 il poliziotto dice che se ne deve andare a mangiare, prende i nostri libretti e comunica che tornerà alle 21.30.
Si presenta alle 23.30 e, dopo una animata lite in arabo della quale non abbiamo compreso nulla, con un ragazzo che si è permesso di fargli notare l'orario, aspettiamo tipo un' altra ora.
Quando chiama il nome Riccardo i ragazzi  di fianco, sempre gli stessi seduti da tempo immemore, esultano come bambini felici per noi.
Ricevuta la nostra carta ce ne torniamo a dormire, io per terra, lui sulle poltrone, cullata dal concerto di russate al quale ormai ho fatto l'abitudine.

23 luglio  Tangeri -Chefchaouen  109 km

Mi alzo riposata e tranquilla alle 8.30....considerando che la nave doveva arrivare alle 6.00 c'è decisamente qualcosa che non va.
La nave arriva alle 14 e nessuno sa spiegarci il perchè di questo ritardo, anzi alcuni dicono che è l'orario giusto nonostante sul biglietto sia chiaro l'orario di arrivo.
A differenza però di una nave piena di italiani qui nessuno ci fa caso e ognuno si rimette a dormire sulle proprie coperte di lana caldissime.
Chefchaouen
In ogni caso questo ci porta a pensare che la scelta della nave è veramente sbagliata ed inutile, via terra ci saremmo stancati meno, annoiati meno...e avremmo speso sicuramente meno. Qui per una colazione o un pezzo di pizza ti spennano.
Fortunatamente non l'abbiamo presa per il ritorno.
Facciamo così amicizia con due persone, un ragazzo di 16 anni che parla benissimo italiano perchè ha vissuto anni in Umbria ed ora vive a Parigi, ed un signore che vive in Francia ma lavora spesso in Italia, a Varese.
Ci danno dei consigli, ci dicono cosa visitare e insistono col dire di stare attenti ai ladri.
Gli diciamo che abitiamo a Milano, dove ci hanno già rubato due macchine, una delle quali nel box, una moto e uno scooter....non penso sarà peggio di così.
Quando finalmente scendiamo dalla nave l'impatto è decisamente diverso da quello che mi aspettavo.
Fa fresco, non c'è una città ma una serie di gru ed il paesaggio è brullo.
Dopo i vari controlli doganali partiamo.
Davanti a noi inizia un susseguirsi di paesaggi completamente diversi uno dall'altro e, a volte, assurdi.
Dopo aver passato montagne con piccole spiagge nelle insenature, molto simile alla Grecia, entriamo in un paesino di mare perfetto, bianco, pulito, vuoto, con solo enormi cicogne con i loro grandi nidi sui minareti.

Medina di  Chefchaouen
Subito dopo ci ritroviamo in una cittadina incasinatissima, Tetouan, con traffico e odore fortissimo di smog.

Medina di  Chefchaouen
Un ragazzo ci si affianca con il motorino ed inizia a dirci quanto ama gli italiani, quanto quelli di Milano abbiano il cuore grande e quanto bella sia la sua città. Ci propone di fermarci per una visita completa accompagnati da lui. Lo ringraziamo ma non possiamo e lui se ne va scocciato.
Superata la città inizia una sorta di periferia, con case diroccate e spazzatura dappertutto. Rimango basita davanti ad alberi completamente ricoperti da sacchetti di plastica, che si trovano poi disseminati ovunque nei pressi delle cittadine. Ad un certo punto l'odore di spazzatura è talmente forte che mi vengono i conati di vomito mentre penso alla mia amica che prima di partire mi ha detto " certo che meraviglia viaggiare in moto in Marocco, vedi i colori, senti gli odori "....ecco ne avrei fatto a meno.
Durante il ramadam è quasi tutto chiuso per cui ci fermiamo in un piccolo supermercato...in mezzo alla spazzatura....e ci compriamo una merendina al cioccolato tutta sciolta e due banane.
Nel tardo pomeriggio arriviamo a Chefchaouen. Ci fermiamo per guardare la guida e scegliere un hotel e veniamo fermati da due ragazzi che insistono per portarci ognuno in un albergo diverso. Uno dei due però  nomina quello che avevo già scelto, per cui accettiamo di venire accompagnati.

Medina di  Chefchaouen
Pension Mauritania
E' nella medina, Pension Mauritania, carinissimo, caratteristico, con i tipici colori azzurro e bianco della città, ha maioliche dappertutto, è pulito e ci chiedono l'equivalente di 12 euro in due per una graziosa, se pur spartana, camera doppia con bagno in comune. Ricordo che qui il periodo di luglio e agosto per loro è bassa stagione, quindi i prezzi sono molto bassi, inoltre si può, volendo, anche contrattare, o scegliere soluzioni ancora più economiche. Due ragazzi italiani ad esempio dormivano sulla terrazza sotto una tenda su materassi messi per terra.
Purtroppo l' albergo nella medina per motociclisti non è la scelta giusta, portare i bauletti su per le strade è molto faticoso ed inoltre siamo costretti a lasciare la moto lontana, se pur sorvegliata dall'omino del parcheggio abusivo di turno.
Ricky approfitta del ragazzo che ci ha portato per farsi aiutare e quando tira fuori 50 dirham per ringraziarlo  lui gli risponde scocciato.... "e questi cosa sono?, ne voglio almeno 200 "...più di quanto paghiamo per la stanza.
Non gli va di ribattere, gli da quello che chiede, anche perchè il tipo che ci cura la moto è amico suo, e impariamo subito come ci si comporta qui.
On the Road
Partiamo alla visita della città, che è piccola e semplice da girare.
Camminare per queste vie tutte azzurre , con negozi di artigianato e gatti ovunque è molto carino e suggestivo, se pur l'odore di pipì e gente sdraiata a terra a dormire in ogni angolo non mancano. Ci fermano in continuazione per chiederci se vogliamo fumo. Ogni tanto sbuca il ragazzo che ci ha portato in albergo chiedendoci di visitare quella o quell'altra cosa. Sviamo sempre, e a volte siamo costretti a cambiare strade per sfuggire agli appostamenti.
Ricky contratta per un paio di pantaloni comodoni stile Alì Babà e andiamo a cena.
Il ristorante è tipico e mangiamo bene attorniati da gatti.
Chiediamo una birra e il cameriere si mette a ridere, dicendoci che a causa del ramadam non troveremo alcool in tutto il Marocco.
Ci rendiamo conto che dovremmo stare astemi per tre settimane solo in quel momento.
Ci offre allora un ottimo thè alla menta e torniamo in albergo per dormire finalmente in un letto.

24 Luglio - Chefchouen - Fes  210 km

La sveglia è alle 6.00 per evitare di prendere il caldo e poter arrivare in un orario decente per visitare un pochino la città.
Ci prepariamo di tutto punto velocemente e Ricky scende a portare il primo bauletto. Si accorge però di essere chiuso dentro. L'unico ragazzo dell'albergo sta dormendo come un ghiro sulle poltrone. Riesce a svegliarlo e si fa aprire. Tempo di scendere e tornare indietro sento che bussa e cerca di aprire la porta. Il ragazzo si era già riaddormentato profondamente.
Mi avvicino. E' sdraiato con la bocca aperta che dorme il sonno dei giusti. Cautamente ripeto tre volte il mio perfetto "escuse moi" senza risultato, così glielo urlo talmente vicina che lui si alza di scatto spaventato come uscito da un profondo letargo di mesi.
Arriviamo finalmente alla moto e subito ci corre incontro il tipo che ce l'ha curata e ci chiede una piccola offerta. Non è maleducato ed esigente come quello del giorno prima e glieli diamo volentieri.
La città è deserta e silenziosa e mi lascia una sensazione di tranquillità assoluta.
A parte un punto con un meraviglioso lago, dove si respira aria africana, il paesaggio che vediamo sulla strada per Fes non è ancora quello spettacolare di cui tutti mi hanno parlato.

Sulla strada per Fes
Ricorda addirittura la toscana...solo con molta spazzatura e sacchetti...con i quali hanno decisamente dei problemi, ce ne sono ovunque!!!!!!

Palazzo Reale, Scuola Coranica di Fes
Quando passiamo per le città...che sono grandi pochi chilometri, diroccate e in mezzo alla polvere, la puzza di smog è atroce....e si che siamo di Milano.
Loro non sembrano patire nulla, ovunque sono stravaccati per terra a dormire come ghiri.
Il ramadam li sfianca in modo allucinante.
Arriviamo a Fes verso le undici.
Saliamo in alto per vedere la città e capire come sia fatta ed entro in un parco dal quale si vede tutto il panorama. Quando abbasso lo sguardo noto che sono in mezzo a spazzatura e...sacchetti, ovviamente....
Scendiamo verso la città decisi a non prendere un hotel nella medina. Ci dirigiamo verso la città nuova, ma i motorini cominciano ad accerchiarci. Ognuno ha un offerta imperdibile da proporci, ma siamo abbastanza bravi a rifiutare e continuare per la nostra strada. Un ragazzo però non demorde e ci segue per quasi dieci minuti, quando oso rivolgergli io la parola dicendo che lo ringraziavamo ma sapevamo dove andare, lui inizia  ad imprecare dicendomi chi mi credevo di essere, che solo loro conoscono la città.
I Baldo invece riescono a trovare l'hotel scelto sulla guida tra mille vie scritte in arabo unendo le proprie intuizioni e collaborando in modo perfetto. Siamo molto fieri di noi.
L' Hotel Olympic, ci chiede una cifra pari a 35 euro in due con bagno in camera, wi fi e aria condizionata.
Non è particolare e la zona non è per niente caratteristica, ma per una notte va benissimo.
Per visitare la città vecchia cerchiamo il punto informazioni per prenderci una guida personale, in modo da tenere lontano le altre. Non è difficile trovarlo, un signore si scontra "involontariamente" con Ricky e gli chiede se abbiamo bisogno di qualcuno che ci accompagni, che lavora per il turismo. Ci mostra un tesserino e lo seguiamo fiduciosi.
Mezz'ora dopo siamo in un macchinone con aria condizionata e una guida privata alto e vestito di bianco.

Medina di Fes
Ci piace è molto bravo dice poche cose, veloci e sintetiche come vogliamo  noi. Ci fa vedere il Palazzo Reale e poi entriamo nella Medina.
Al di fuori c'è un gran traffico, gente che litiga, sporco ovunque, una vecchia piange buttata per terra, ma la nostra guida va dritta per la sua strada come se nulla fosse.
Appena entriamo subito veniamo travolti da un  insieme di colori, odori, lingue incomprensibili e visioni di merci in vendita di ogni tipo, dagli animali morti a quelli vivi, dalle verdure alle bistecche, dagli abiti alle spezie. E' fin troppo, non riesco a fare foto mi trovo bloccata e basita.
Un uomo ci si avvicina e si mette a parlare con Ricky, la nostra guida lo fulmina con lo sguardo e lui si allontana subito.
Sono in canottiera e chiedo  se mi devo coprire, mi dice che noi turisti siamo assolutamente liberi di fare ciò che vogliamo. Dieci minuti dopo mi chiede di coprirmi perchè, dice lui, qui la gente è stupida.
Ci fa visitare la Scuola Coranica che trovo splendida, con tutti gli intarsi nello stucco e nel legno di cedro. Ci porta a vedere le moschee, divise uomini e donne, e poi dentro una serie di negozietti dove impazziamo con la contrattazione. Compro altri pantaloni, dei copri cuscini e l'olio di Argan.

Concerie di Fes
Ci porta infine in un negozio di pelli e saliamo sulla terrazza, dalla quale vediamo le famose Concerie, che mi piacciono tantissimo.

 Ristorante Marrakech
Ci danno un rametto di menta da annusare per coprire l'odore forte...ma sinceramente non è così terribile  come quello che sento in molti tratti di strada. La situazione mi piace tantissimo. Vasche con tinte di tutti i colori e loro con mani e piedi gialli, rossi....assurdo. Certo, inevitabile pensare, soprattutto quando ci indica le vasche piene di sterco di piccione, alla vita che tutti i giorni fanno questi poveri operai.
Pranziamo in un ristorante tipico, su panche ricoperte di cuscini e bassi tavolini rotondi. Siamo gli unici clienti.
Infine ci porta in un punto panoramico a vedere la città dall'alto...chiedendo prima ai quattro ragazzi stramazzati a terra dal sonno se possono spostarsi.
Insomma la giornata tutto sommato ci piace, è un esperienza da fare ma, saranno i loro modi insistenti, lo sporco, gli sguardi su di me,  non riesco a sentirmi rilassata e serena.
La sera ceniamo nella nostra zona, Ville Nouvelle, al ristorante Marrakech, molto carino.
Passeggiamo e in giro c'è un sacco di gente. C'è una specie di fiera con bancarelle e zucchero filato, ma siamo comunque troppo stanchi e ce ne andiamo a dormire.

25 Luglio  Fes - Erfoud 410 km

La sveglia è sempre alle 6.00. Fa freddo, ma è piacevole. Usciti dalla città iniziamo finalmente a vedere i paesaggi meravigliosi che mi aspettavo.

On the Road
Passiamo per montagne rocciose di tutti i colori e percorriamo strade tortuose con viste mozzafiato. Fa così freddo che siamo costretti a fermarci e metterci anche la felpa.
Passiamo da Ifrane, una cittadina che potrebbe benissimo essere in svizzera, ordinatissima, pulita, verde, con case stile tirolese e uccelli bianchi ovunque.

Scimmiette on the Road
Passiamo per una strada in mezzo ad una foresta di cedri, vedo delle pietre strane, alte...ma poi guardo meglio e capisco cosa sono...Scimmie!!!
Il cuore mi va a mille urlo a Ricky di fermarsi e mi prende per pazza, ma quando torniamo indietro non possiamo credere ai nostri occhi. Bertucce ovunque, grandi, piccole, mamme, cuccioli, maschi giganteschi, per strada, sugli alberi...libere nel loro habitat. Uno spettacolo meraviglioso. Mi avvicino per fotografarle e ne fisso una negli occhi. E' impressionante quanto assomigli a noi, volge lo sguardo altrove come imbarazzata e gli occhi sembrano chiedermi cosa voglio da lei. Incredibile.

On the Road
Anche lì, nel nulla e in un poetico silenzio, sbuca un tipo da non so dove ad offrirci delle collane berbere....fortunatamente è mattina presto ed è troppo stanco per insistere ed io sono troppo felice per innervosirmi.
Nota bene, sono consapevole del fatto che questa gente vive anche grazie al turismo e sono ben lieta di aiutarli, quello che non apprezzo e sopporto è l'insistenza e la maleducazione, cosa che per esempio non ho trovato in paesi come Perù e Cuba, dove era veramente piacevole donare, senza neanche nulla in cambio, denaro, medicine o vestiti..
Tornando a noi, arrivati finalmente a Midelt, tappa scelta inizialmente, decidiamo di continuare fino Errachida, dato che il caldo è ancora sopportabile e noi non siamo stanchissimi.
Non facciamo neanche nessuna fatica a trovare pompe di benzina, facendo comunque il pieno ogni volta che ne troviamo una per sicurezza.
Qui il paesaggio inizia a farsi desertico e meraviglioso. Passiamo per la Valle dello Ziz, con oasi, palme e cittadine che sembrano scolpite nel fango. Spettacolare.
Arrivati a destinazione Ricky decide di continuare...e questo crea distonia nella coppia.

On the Road
Abbiamo passato settimane in Italia a discutere, anche in modo animato, se fare o no il deserto per il caldo, Ricky non era tanto convinto. Abbiamo programmato le tappe in modo da non doverci stancare eccessivamente e prendere troppo calore....e cosa succede? ci ritroviamo sotto il sole africano a mezzogiorno.
La cosa mi rende nervosa, il caldo inizia a diventare soffocante e intorno non c'è nulla. Mi scende qualche lacrima ma resisto.
Ci fermiamo sotto il primo albero che troviamo per bere ( fortunatamente ci eravamo preparati una bottiglia di thè e una con i sali minerali ) ed io sono nervosissima, mi viene da piangere. Ricky mi chiede scusa e dice che si fermerà al primo albergo.
Quando ripartiamo mi sento bruciare e arrivati a Erfoud inizia una tempesta di sabbia.
Troviamo un albergo mastodontico, di lusso. Vogliono una cifra pari a 100 euro a notte per una notte, però mezza pensione. Questa spesa non era prevista per questa tappa e la cosa mi innervosisce ancora di più, però non siamo nelle condizioni di rifiutare e cediamo alla tentazione del resort con piscina alle porte del deserto...per giunta tutto per noi. Hotel Chargue.


 Hotel Chargue.
Quando pranzo, passo il pomeriggio in piscina, vado a camminare sulle prime dune del deserto e gioco con i loro gatti, mi passa tutto e penso che in fondo siamo in vacanza.

Le prime dune
Inoltre siamo vicinissimi alla prossima tappa, e, svegliandoci presto, non dovremo passare nel pieno deserto sotto un caldo atroce.
La sera la cena è ottima, ci godiamo la nostra super stanza grande quasi come casa nostra e ci addormentiamo come bambini.










26 luglio Erfoud - Merzouga 59 km + 14 km di sterrato

Alle 6.15 siamo già seduti nel salone da pranzo ad assaporare una eccellente colazione che ci ha portato la prescelta del giorno. Ricordo che, essendoci il ramadam, tendenzialmente la mattina dormono fino a tardi per poter resistere tutto il giorno, per cui nella maggior parte delle situazioni si alzano e cucinano appositamente per noi. Negli alberghi sono veramente servizievoli e gentili.

Merzouga, pista verso l'Hotel Yasmina
Il fresco che prendiamo sulla strada verso il deserto mi fa sentire una stupida per aver dubitato delle scelte del mio uomo che, come sempre, aveva avuto una buona idea.

Merzouga, pista verso l'Hotel Yasmina
Percorriamo la strada fino Rissani. Sappiamo già dove andare. A Milano, vagando su internet, Ricky si era innamorato dell' Hotel Yasmina. Proseguiamo fino Merzouga e dopo circa dieci chilometri c'è l'indicazione per l'hotel sulla sinistra, percorrendo una pista battuta e facilmente percorribile anche per chi non è abituato, di 14 chilometri nel Sahara.
E' stupendo, siamo in mezzo al deserto, c'è un silenzio quasi assordante e le dune, che sembrano dipinte sul fondo, si avvicinano sempre di più.
Il mio Biker è perfetto e, a parte qualche perdita di equilibrio ripresa subito, va senza paura dritto filato.

Merzouga, pista verso l'Hotel Yasmina
Solo Walle, la nostra mascotte presa negli stati uniti ed infilata dietro il parabrezza, scivola fuori a causa delle vibrazioni.
Lo recuperiamo e lo metto seduto in mezzo a noi e arriviamo sani e salvi all'hotel.
E' stupendo, lo consiglio con tutto il cuore.
Si possono scegliere tre tipologie di stanza. Noi optiamo per la via di mezzo, 700 dh, quasi 70 euro, in due, mezza pensione.
La camera è bella, pulita, con un grande bagno e l'aria condizionata, da poter usare solo la sera per non sprecare troppa energia e poi hanno una piscina da vip troppo bella e, praticamente, tutta per noi.
Ci offrono un thè, del quale ormai non possiamo più fare a meno, sulla terrazza del bar, che si affaccia sulle dune rosse e mastodontiche. Ci guardiamo e siamo felicissimi.
Finalmente ho quel senso di libertà che tanto amo quando facciamo i nostri viaggi.
La giornata passa in piscina in totale relax. Conosciamo dei berberi che vengono a farsi un tuffo rinfrescante, in particolare Hassan, che vuole sapere tutto di noi.

Hotel Yasmina
Quando alle sue domande rispondo (usando il mio insieme di lingue italiano, spagnolo, aggiungendo qualche s, francese, togliendo qualche lettera finale ed inglese ) che lavoro in piscina con i bambini e che non voglio figli, lui non batte ciglio e dice che probabilmente vedo bambini già tutto il giorno...ed io sorrido pensando che, non mi ha detto la solita frase, ti verrà voglia, non sai cosa ti perdi. Mi sento compresa come non mai da un uomo che conosco appena e che vive nel deserto del Sahara. Lui di figli ne ha quattro e ci mostra tutto fiero la foto di uno di loro sul cellulare.

Hotel Yasmina
Dopo ore di chiacchiere siamo così in sintonia che Ricky gli chiede se i Ray Ban che ha su sono originali o del marocchino. Hassan è sveglio e ride, ed il suo amico risponde, del marocchino cinese.
Si propone anche lui come guida per le gole, la nostra prossima tappa, e quando ci chiede la cifra gli diciamo che è veramente troppo. Lui ci chiede quanto vogliamo spendere, ma Ricky fa una cosa che trovo decisamente adorabile, gli dice  di comprendere che per noi questa escursione è fuori budget, e che, visto che lo trova veramente simpatico,  non vuole contrattare con lui.

Sahara
Hassan si sente così fiero di aver conquistato l'amicizia di due Italiani che sorride sinceramente felice, dice di capire perfettamente e che non ce lo chiederà più. E ci beviamo una cosa insieme....tanto lui è berbero, dice tutto contento, il ramadam non lo fa.
Alle 18.00 i nostri dromedari Jimmy Hendrix e Bob Marley ci aspettano accompagnati da un tuareg tutto blu per portarci a vedere il tramonto.

Sahara
Arrivati sotto una montagna di sabbia enorme ci fa scendere e ci dice che possiamo salire a piedi e tornare una volta calato il sole.
Lui toglie le coperte dagli animali, le stende per terra, ci si sdraia e si addormenta all'istante.
Ci fa sempre molto ridere constatare che sonno abbia questa popolazione!!
Partiamo con la nostra scalata. Vado con fare deciso. Ricky è davanti a me e decisamente più veloce. Dopo poco i miei piedi iniziano ad affondare e non riesco più a stare in piedi. Arranco a quattro zampe e faccio una fatica immane. Inizio a respirare affannosamente, faccio dei versi assurdi e demoniaci, le lacrime mi riempiono gli occhi e mi viene da vomitare. Mi immagino che mi stiano guardando tutti quelli che credono che, avendo fatto l'isef, sarò sicuramente una sportiva...e mi viene voglia di dirgli, visto?????
Arrivo in cima distrutta. Ricky mi costringe a bere e mi bagna polsi e collo. Io parlo a versi, mugolando e sono piena di sabbia.
E' stata sicuramente la cosa più difficile che abbia mai fatto.

Noi nel Sahara
Ricky prosegue più su. Ci provo due volte, ma torno indietro.
Ma sono una testona, mi riposo contemplando l'orizzonte e riparto. Arrivo in cima ed esulto come una bambina....solo con il fiatone di un' ottantenne.

Tramonto sul  Sahara
Ne è valsa la pena però, quello che vedo è commovente. Dune interminabili, tramonto e dromedari in lontananza. Solo l'atroce vento che mi fa infilare sabbia ovunque rovina un pochino l'atmosfera....ma sono lì con mio marito....in cima al deserto del Sahara. Un' esperienza unica.
Al ritorno il nostro accompagnatore ci mostra dei fossili e ci spiega che in realtà il suo vero lavoro è la loro raccolta e vendita. E' carino, gentile e gliene compriamo due.
Ceniamo all'hotel molto bene e alle 22.00 sono schiantata a letto.


Merzouga 27 luglio



Me nel deserto

Stamattina possiamo dormire quanto vogliamo, ma ci alziamo comunque alle otto e mezza e andiamo a fare colazione... guardando le dune. Ci sembra di poter star lì per sempre, è uno spettacolo meraviglioso e commovente. Mi spalmo burro, miele, marmellata, sul loro pane, mi bevo caffè, succo d'arancia...e intanto guardo il Sahara di fronte a noi.
Prenotiamo una gita in jeep nel pomeriggio e ci sbattiamo in piscina. E' bellissimo, non c'è nessuno e mi sento una regina...la regina del deserto, per l'appunto.

Sahara
Alle 16.30 partiamo con una guida per il tour nel deserto.
Rimango affascinata dai dromedari che camminano lenti, sereni, eleganti, ma soprattutto liberi,  sulla sabbia.
Ci porta a visitare i villaggi berberi, dove intere famiglie vivono in cubi di fango con finestre azzurre e capanne di stracci. Quando stiamo per commentare la cosa chiedendoci come è possibile poter dormire in simili luoghi la nostra guida ci mostra una casa in costruzione grande quanto la cucina di casa nostra, e, tutto fiero, dice che è casa sua,  che quando sarà finita ci porterà la sua famiglia che ora vive in città.
Capiamo che loro vogliono vivere qui, che è quasi un vanto poter vivere in quel luogo. Ci mostra delle oasi dove vanno a prendere l'acqua e dove coltivano datteri.
Ci mostra poi un luogo surreale, una parte dove tra le dune sbucano rocce nere strapiene di fossili. Incredibile pensare che tutta quella distesa di sabbia una volta era sommersa dall'acqua.

Fossili
Thè nel deserto, comunità Gnaoua
Ci fermiamo a casa di un berbero che stende per terra due tappeti, chiama a servizio la moglie e le ordina di prepararci un thè. Ci si avvicinano le sue figlie, due bambine di una serietà impressionante. Ci mostrano le cose che fanno e gli compriamo due dromedari di stoffa. ci sediamo per terra e osserviamo il deserto intorno a noi. Un dromedario si avvicina furtivo ed un gatto è sdraiato a pochi passi da noi. Ricky mi dice di non voler prendere nessun thè, ma gli dico di aver letto...sulla mia super guida... che è maleducazione non accettare, così,
quando ci viene offerto insieme ad ottime noccioline, beviamo di gusto. Guardo mio marito e la sua espressione è fantastica. Gli si legge chiaro in faccia " ma cosa ci facciamo qui, dai..."



Tramonto su Merzouga
Giriamo tutto intorno, tra le dune, in mezzo agli alberi, in mezzo al nulla. Torniamo sulla strada e finiamo nel villaggio degli Gnaoua, una comunità africana dalla pelle particolarmente scura, discendenti degli ex schiavi della zona. Li ascoltiamo suonare con bonghi e chitarre mentre i loro bambini ballano scatenati. Sento i pensieri di ricky e non oso guardarlo in faccia per non scoppiare a ridere. So benissimo quanto poco  rimanga affascinato da queste situazioni, ma è la sua sincerità la cosa che apprezzo  più di lui. I commenti al ritorno sono infatti esilaranti.
Tornando ci accompagna un tramonto meraviglioso.
La sera dopo cena, sdraiati sulle dune, osserviamo il cielo stellato più grande che abbia mai visto.

28 luglio Merzouga - Thinerir 199 km



Purtroppo la sveglia suona alle 6.00 e dopo l'ultima colazione guardando il panorama di sabbia affrontiamo ancora la pista. Ricky è fantastico e in mezz'ora siamo sulla strada asfaltata a salutare il deserto.
Incontriamo i primi motociclisti che ci fanno cenno di fermarci.

 Retour au Calme 
Hanno una bellissima bmw, tute bmw, stivali bmw e caschi bmw. Lei scende e toglie il casco mostrando lunghi capelli neri...probabilmente lavati con uno shampo bmw. Sono spagnoli e Ricky chiede subito se non hanno caldo tutti così coperti...ma lei ci mostra subito orgogliosissima tutte le prese d'aria bmw che possiedono giacca e pantaloni.
Tira fuori una cartina talmente dettagliata che a confronto la nostra sembra una mappa del tesoro fatta dai nostri bambini del centro estivo. Ci chiede dove poter trovare delle piste. Ricky le dice da dove arriviamo, della pista che abbiamo fatto per arrivare all'hotel, che le consigliamo. Lei però vuole sapere dove trovare SOLO piste...perchè sai...stare sempre sulla strada asfaltata è noioso. Non lo sappiamo e ci salutiamo sorridendo.
Dopo cinque minuti Ricky mi dice la frase esatta che aleggia nella mia testa...e noi che eravamo così fieri dei nostri 14 km di sterrato.....

Thinerir
La strada che percorriamo di seguito è panoramica, passiamo da paesini assurdi, diroccati, con donne completamente coperte dai Burka, sotto montagne e di fianco a distese di palme.
A Thinerir troviamo subito l'albergo che avevamo scelto sulla guida. Si chiama Retour au Calme ed è in un' oasi. Rispecchia proprio quello che ci aspettavamo, un posto fresco, tranquillo, siamo gli unici clienti, colorato, pulito e con bagno in camera, spendendo veramente poco.
Ci offrono subito un thè nella zona pranzo, una tenda con cuscini e divanetti.
Verso le Gole
Nel pomeriggio ci dirigiamo verso le Gole del Todra. Paesaggio stupendo, in mezzo ad altissime montagne rocciose di colore rosso. Bisogna solo avere la fortuna di non beccare un camion sulla strada. Troppo stretta e tortuosa per poter sorpassare. Nel punto in cui le rocce si stringono di pìù numerosi abitanti dormono, con tanto di lenzuolo, e fanno il bagno nel fiume.
Anche qui veniamo fermati con la consueta frase " Italiani, belli tatuaggi " e si offrono come guida. Sono però meno insistenti e più educati e veniamo lasciati liberi di muoverci come vogliamo.
Ci fermiamo in una parte isolata per rinfrescarci al fiume e non ci si può credere quanto si stia bene. Il clima è  perfetto.

Gole del Todra
La sera ceniamo all'aperto e fa quasi freschino. Mangio un ottimo cous cous alle verdure. Il proprietario consiglia a Ricky di mettere la moto in un box e gli chiede di seguirlo insieme ad un giovane che ci aveva accolto all'arrivo.
Se ne va con le chiavi della stanza e lo aspetto sulle poltroncine. Passa un sacco di tempo e, a parte il fatto che comincia a fare veramente freddo, la mia mente inizia a fantasticare. Lo immagino legato ad una sedia, ferito e minacciato, mentre qualcuno sta venendo a rapirmi senza che nessuno saprà mai dove sono finita.
Quando passano quasi quaranta minuti cerco qualcuno e trovo una ragazza in una stanza che guarda la tv...e sfoggio il mio perfetto francese mischiando il veneto ed il milanese " Escuse moi, le garage, se lontan? "

Gole del Todra
Lei, inspiegabilmente, mi capisce e mi dice si.....anche se non saprò mai se mi abbia capito sul serio.
Dopo quasi un ora arriva Ricky sano e salvo ed il proprietrio. Il signore del box era a cena e non aveva intenzione di farsi vivo, così l'hanno aspettato. Non essendosi presentato hanno pensato bene di lasciare la moto al povero ragazzo, che doveva uscire con gli amici, fino a che non fosse arrivato.
A questo punto non so se sia peggio il freddo preso o il fatto di aver lasciato il nostro unico mezzo ad uno sconosciuto.
Alle sette Ricky è già  sveglio pronto ad andare a prendersi la sua moto che, come sempre, è lì ad aspettarlo.

29 luglio Thinerir -  Ouarzazate 164 km



On the road

Cicogne

La colazione è ottima e partiamo con fresco decidendo di fare una deviazione per visitare anche le gole del Dades e mai scelta è più azzeccata.
Riesco a fotografare la famosa strada tortuosa in mezzo alle montagne che vediamo ogni giorno sulla copertina della nostra cartina. Ci mettiamo in un bar con terrazza sul precipizio e il vento ci fa quasi rabbrividire. Siamo solo noi, in un silenzio estremamente rilassante. Il ragazzo del bar ci fa qualche domanda, ci scatta delle foto e aiuta Ricky a mettere sul bauletto laterale l'adesivo a forma di dromedario che gli compriamo.
Il paesaggio fino a destinazione è spettacolare, molto simile al Grand Canyon, con palme e kasbah, cittadine arroccate, ovunque e, alzando lo sguardo decine di cicogne volano sulle nostre teste.
Ci fermiamo a Ouarzazate, fa molto caldo e non riusciamo a capire dove sia l'albergo scelto. Fortunatamente nessuno ci sta addosso e chiediamo con calma ad un passante che ci aiuta senza problemi.
Arriviamo all' Hotel Nadia e rimaniamo come sempre stupiti dal rapporto qualità prezzo. Abbiamo camera con bagno, aria condizionata e piscina....dove ci buttiamo subito per un bagno rinfrescante....e conosco subito una famiglia di gatti adorabili, mamma e quattro gattini che dormono tranquillamente nella stanza della colazione.
Nel pomeriggio visitiamo il paese. Attraversiamo il ponte su fiume dove molte cicogne si abbeverano e arriviamo al palazzo reale, che però è chiuso. Un ragazzo tutto muscoloso, che parla molto bene l'italiano si offre come guida per visitare la città vecchia. E' tutto lì, possiamo farcela benissimo da soli ma, a parte che lui già si è già avviato con noi, è molto dolce ed educato e accettiamo. Ci chiede solo quattro euro.
Mentre camminiamo e ci spiega ogni cosa, dicendo sei volte la parola Kasbah in una frase, ci mostra ogni piccola via descrivendola come fosse una meraviglia...in realtà non è assolutamente niente di speciale.

Gole del Dades
Ci fa vedere  delle decorazioni sulle mura fatte di polistirolo e ci spiega che sia Hollywod che la tv italiana vengono  spesso in queste zone per girare film e usano gli abitanti come comparse.
Dice che qui sono stati girati film come " Il Gladiatore " e " Prince of Persia "

Hotel Nadia
Conosciamo un uomo stravagante che vive in un cunicolo di fango e ringrazia la serie tv della rai sulla bibbia per averlo fatto lavorare per dieci anni. Ci mostra le sue foto fatte sul set e altre travestito da Bin Laden...la somiglianza è impressionante, tanto che gli chiedo se per caso non sia lui quello vero. Ride e mi dice che lo usano a volte per impersonarlo.
Anche il nostro accompagnatore dice di aver fatto la comparsa qualche volta e sono tutti molto contenti di aver partecipato a film del genere, per una paga di venti euro al giorno.
Passiamo poi per tunnel bui, completamente senza luce e Ricky chiede al ragazzo muscoloso se ha intenzioni strane, ma lui, sorridendo, dice che a causa del Ramadam sarebbe comunque troppo stanco per farci del male. In realtà, nonostante i pregiudizi e la mia fervida immaginazione, c'è da riconoscere che fino adesso non abbiamo mai avuto la sensazione di essere in pericolo o che qualcuno potesse farci del male.
Concludiamo il giro sani e salvi, ringraziamo il nostro amico e andiamo per negozietti.
Qui i prezzi sono ancora più bassi, si può contrattare di più e addirittura barattare. Le cose più richieste sono vestiti di marche italiane e maglie da calcio.
In cambio di una maglia avremmo potuto portarci via un altro paio di pantaloni comodoni...ma non avendola riusciamo a contrattare per averli ad oltre la metà del prezzo richiesto.
In un negozio pieno di cianfrusaglie, dopo aver comprato un regalino in terracotta, il commesso mi chiede se voglio visitare la Grotta di Alì Babà e mi porta nel retrobottega. Alzando la voce chiamo Ricky che se ne stava pacifico fuori dal negozio, ma mi raggiunge in un attimo. Ancora una volta ho avuto inutilmente poca fiducia della popolazione marocchina. Salendo verso la terrazza passiamo in una zona fantastica, corridoi e scalinate pieni di oggettini vecchi e luccicanti attaccati ovunque fino al soffitto. Non sono in vendita e non posso fare fotografie, e rimango affascinata.

Kasbah di   Ouarzazate
In cima si può vedere il palazzo dall'alto.
La sera ceniamo in albergo attorniati da gatti e gattini e poi ci facciamo una passeggiata.
Quello che però di giorno è un paesino tranquillo, la sera si trasforma in un enorme mercato per niente turistico, tanto che gli sguardi su di noi sono stupiti ed insistenti. Su enormi coperte sono buttate cianfrusaglie, vestiti e ciabatte....centinaia di ciabatte di plastica di tutti i colori.
Forse non ho ancora detto che la ciabatta da piscina è la calzatura più usata tra gli uomini marocchini, tanto che Ricky, vedendoli in giro, si è giustamente chiesto cosa ci facessero i lustrascarpe per strada!!!
Trovo comunque delle scarpine tipiche marocchine ad un prezzo stracciato e il negoziante sembra non  aver mai visto un' europea in vita sua... e probabilmente pensa che sia veramente assurdo che io sia così felice per aver comprato una cosa che loro usano abitualmente tutti i giorni.

30 luglio,Ouarzazate -  Marrakech 203 km

La mattina ci svegliamo presto per poter fare una piccola deviazione verso Ait Ben- Haddou.
Percorriamo strade deserte in mezzo a paesaggi sabbiosi e scorgiamo diversi studios dove i famosi registi di Hollywood vengono a girare i film.
Arriviamo presto e il paesino è vuoto. Parcheggiamo la moto vicino ad un negozio e chiediamo al ragazzo che ci lavora di poterci tenere giubbotti caschi e borse mentre andiamo a visitare la Kasbah.

Ait - Ben - Haddou


Ait - Ben - Haddou
Lui è gentilissimo e noi ci fidiamo senza problemi.
Nonostante sia tutto deserto sbuca il solito abitante che si propone come guida. Ci siamo solo noi e tutto è facilmente raggiungibile, ma l'omino ci segue e alla fine accettiamo. Parla italiano...tra una scatarrata e l'altra.
Ci porta su una terrazza di un locale chiuso per farci ammirare dall'alto questo monumento patrimonio dell'unesco. Sembra veramente di essere in un film, il fiume deserto, le palme, questa costruzione tutta intarsiata. Ci mostra dove avevano costruito l'arena de " Il Gladiatore " e poi ci accompagna dentro.
Come in ogni Kasbah visitata, l'interno è più deludente, non c'è niente e, a parte la luce che filtra dalle piccole finestre che rende tutto un pochino magico, il resto è abbandonato e maleodorante.
Dall'alto però il panorama è bellissimo. Intorno non c'è niente, il silenzio rende tutto più surreale e, nonostante la nostra guida sia veramente fastidiosa, ci scatta delle belle fotografie.
Quando torniamo compro una collana berbera al ragazzo che ci ha curato la roba e ce ne andiamo.
La strada per Marrakech è una delle più belle fatte fino adesso. E' tortuosa, tra le montagne e ad ogni spiazzo ci fermiamo ad osservare e fotografare strisce di asfalto appoggiate tra le curve e le gobbe delle vette. Venditori ambulanti si buttano letteralmente in mezzo alla strada per vendere, devo dire, dei bellissimi minerali. Compro delle belle scatoline artigianali e un porta sale e pepe in terracotta, tutto molto colorato, contrattando da sola, e me la cavo abbastanza bene. Quando torno alla moto Ricky è assediato da venditori che, ormai divertiti dai suoi insistenti no, non lo mollano un secondo.

On the Road
L'arrivo in città mi piace, nessuno ci viene vicino e siamo liberi di trovarci un bel albergo in Ville Nouvelle, vuoto, economico, con piscina. L'Hotel Hasna. Siamo a dieci minuti a piedi dalla famosa piazza e, visto il caldo soffocante, decidiamo di visitare la città verso sera, consapevoli del fatto che la famosa scuola coranica e altri musei saranno chiusi...ma sappiamo di poterne fare a meno.
Dopo un bel gelato, un bagno rinfrescante nella nostra piscina e un bel riposino, ci dirigiamo verso il centro.

Cobra
Ancora una volta queste grandi città non hanno un gran fascino su di noi, e quando arrivo alla piazza aspettandomi magici incantatori di serpenti, trovo invece uomini che tengono chiusi sotto dei vassoi piccoli e non arieggiati dei cobra alquanto rimbambiti, altri con al collo serpenti mezzi morti che fischiano dentro trombette per niente melodiche e ragazzi con al guinzaglio le bellissime scimmie che pochi giorni fa vedevo libere sugli alberi. Faccio delle foto ai cobra e mi chiedono dieci euro per averlo fatto in modo insistente e maleducato. Al ragazzo che invece mi piazza la scimmia in braccio dico che sta facendo una cosa molto crudele e lui mi deride ripetendo in italiano "povera scimmia" in tono piagnucoloso. Errore mio, non sono in un paese che può conoscere e comprendere il rispetto per l'animale, ma in un paese povero che fa di tutto per tirare su qualche spicciolo e non posso permettermi di giudicarli...anche se quando mi inoltro nel mercato e vedo scatole piene di tartarughe vive ammassate e piccole gabbie piene di camaleonti mi si spezza il cuore.
Ci inoltriamo nella medina, ma è soltanto un via vai di motorini, gente che urla, sputa e venditori di dolci ricoperti di mosche. Decisamente tutto ciò non riesce ad avere fascino su di noi.
Entriamo in qualche negozio ed i negozianti sono molto carini. Uno in particolare ha voglia di parlare con noi, perchè dice che saranno quattro anni che gli italiani non vanno più in Marocco.

 Piazza Jemaa El Fna
 Piazza Jemaa El Fna


 Piazza Jemaa El Fna
Quando scende la sera lo scenario cambia e le bancarelle di pesce e frutta apparecchiano dei tavoloni di legno e fanno servizio ristorazione. La luce intorno è gialla e c'è fumo ovunque, ma ci piace e ci fermiamo a gustarci un ottima cenetta a soli dieci euro a testa.
Saliamo poi sulla terrazza di un bar a goderci il via vai delle persone, la piazza illuminata dalle centinaia di lampadine delle bancarelle e le immancabili persone stravaccate per terra, bevendoci un bel chinotto.
Mentre passeggiamo sulla strada del ritorno sotto il minareto tantissime persone si ammassano, divisi per bene donne e uomini, su coperte portate da casa per la preghiera.
Rincasando felici per l'esperienza fatta, ci mettiamo a dormire nel nostro albergo vuoto.

31 luglio Marrakech - Essaouira  177 km

Ci svegliamo ad un orario decente e scendiamo per fare colazione. L'hotel è vuoto, così come tutta la via.

Essouira, medina
Partiamo e ci fermiamo al primo distributore appena fuori la città per prendere delle merendine e succo al supermercato. Come sempre veniamo fissati insistentemente in modo imbarazzante. Sono abituata, per via dei tatuaggi, ad essere guardata, ma in questo paese non riesco ad abituarmici, a volte si arriva al limite del surreale...come in questo caso, dove cinque persone sedute ai tavoli del bar vuoto hanno smesso di parlare e ci hanno guardato per tutto il tempo che ce ne siamo stati lì.
Ricky è dell'idea che in fondo possono anche pensare....ma questi cosa ci fanno qui?
E forse non hanno tutti i torti. Nel corso del viaggio ci siamo fermati in aree di servizio deserte, in mezzo a paesini sconosciuti, e ho dovuto fare pipì in bagni nascosti dietro le officine, passando tra le macchine in riparazione per poi ritrovarmi in turche quasi nere e maleodoranti.

Essouira, spiaggia
Comunque, la strada per la nostra nuova destinazione è finalmente fresca. La vista dell'oceano e della spiaggia enorme ci riempie il cuore e rende felici.
L'arrivo ad Essaouira è tranquillo, una cittadina arroccata sul mare con alberghi sul lungo mare....deserti.
Dopo aver provato un paio di hotel un pochino troppo costosi, scegliamo una camera all' Hotel Darja dove per una cifra pari a 35 euro in due abbiamo vista sull'oceano, bellissima camera e colazione.
Siamo felicissimi e ci mettiamo ad osservare la lunga lingua di sabbia dal nostro adorabile balconcino decidendo di fermarci due giorni.
Dopo un bel riposino andiamo a pranzare in un bar vicino dove...hanno la birra!!!! La cosa deve essere talmente illegale, che hanno dei piccoli paravento in legno che usano per coprire la bottiglia in modo da non farla vedere.

Essouira, Medina

Essouira, spiaggia
Ci mettiamo poi a correre in spiaggia come due bambini. Purtroppo non è possibile rilassarsi e fare il bagno qui, perchè il vento è così forte da sferzarti il viso con la sabbia e l'acqua è molto fredda. Sono infatti posti per surfisti. Però noi stiamo bene lo stesso.
Verso sera andiamo in paese. E' veramente carino e ci addentriamo nelle viette illuminate da lanterne in cerca di un ristorante. Ne scegliamo uno dove mangiamo seduti tutti vicini in una specie di corridoio, su cuscini e tavolini bassi. Mangiamo gamberoni e calamari alla piastra....buonissimi.
Ci facciamo un giro per negozietti, sempre molto carini ed economici e poi ci fermiamo in piazza ad ascoltare un concerto di musica dal vivo marocchina. Purtroppo però vengo colta da attacco fortissimo di mal di pancia e siamo costretti a rientrare in Hotel correndo.
Una volta in stanza capiamo perchè siamo gli unici clienti. Sotto di noi un locale strapieno di gente tiene la musica talmente alta da sembrare di averla nel bagno!!! Siamo comunque molto stanchi e ci addormentiamo subito.

1 agosto, Essaouira


Essouira, porto

Abbiamo una bella giornata rilassante da goderci. Dopo una colazione guardando l'oceano ci avviamo verso il centro. Passiamo per il porto dei pescherecci dove barchette di legno blu sono ammassate l'una vicino all'altra, centinaia di gabbiani volano sulle nostre teste, gatti assonnati girano in cerca di cibo e pescatori preparano le loro reti per la prossima uscita.

Essouira, porto
Passiamo per il mercato del pesce dove vendono veramente di tutto dalle murene alle sogliole. C'è un odore fortissimo e gabbiani ovunque. E' veramente particolare.

Essouira, porto
Passata la porta principale dalle mura della torre dove si trovano ancora i vecchi cannoni, si può ammirare l'oceano in burrasca che si staglia sulle scogliere. Fa freddo tanto che nelle vie dei negozi ci compriamo una felpa con scritto Maroc'n Roll. Pranziamo in una piazzetta ordinando del pesce che risulta poi veramente orrido, così finisce nelle fauci delle decine di gatti che abbiamo attorno al tavolo.
Passeggiamo sulla spiaggia dove il vento fortissimo rende veramente difficile l'impresa. Ci beviamo allora una bella birretta illegalmente.
Essouira
La sera scegliamo di cenare al porto in un ristorante adorabile Chez Sam. Quando entriamo ci chiediamo se abbiamo letto bene i prezzi all'ingresso. E' tutto molto lussuoso, di legno, con sedie in pelle, candelabri d'argento e foto di attori del cinema di una volta.
Mangiamo benissimo, zuppa pesce e dolce....spendiamo una cifra pari a trenta euro in due... non penso ci potrà mai capitare a Milano.
Siamo contenti e soddisfatti di queste due giornate al mare. Di sicuro la cittadina che più mi è piaciuta. Consiglio, da non perdere.

2 Agosto, Essaoira- Rabat 495 km



Ouladida


Lasciamo questo posticino adorabile per scegliere un altro posto di mare dove rilassarci ancora. Sulla guida leggo di Ouladidia dove, dalla descrizione sembra una tranquilla baia adatta a prendere il sole e rilassarsi.
La strada che costeggia l'oceano è fredda e siamo costretti a metterci la felpa. Ci fermiamo ogni tanto nel nulla a contemplare queste mega spiagge deserte. Arrivati a destinazione non rimaniamo soddisfatti della tappa scelta. Il mare è pieno di alghe e  non c'è un vero e proprio paese ma solo un insieme di case e residence turistici. Decidiamo allora di proseguire verso El Jadida.
Passiamo lungo la strada costiere dove i campi coltivati dividono l'asfalto dalla sabbia a dal mare. Un panorama devo dire molto suggestivo.
All'arrivo in città, però, rimaniamo ancora una volta delusi. C'è molta confusione, il mare non ci piace e continuiamo per cercare qualcosa che ci interessi di più. Dopo però numerosi chilometri e dopo esserci ritrovati a dover attraversare un mercato a passo d'uomo in mezzo ad una confusione totale decidiamo di proseguire fino a Rabat.
La fame è tanta però, cosi entriamo in un supermercato dove ci spalmano dei formaggini sul pane e ci apparecchiano tra le cipolle e i cartoni del latte.
Mentre pranziamo il negozio fa però il picco di guadagni della giornata, grazie a noi. Tutti entrano incuriositi da questi strani individui e, dopo aver comprato qualcosa, ci chiedono un po' di cose. Un uomo ci consiglia di fermarci, che sarà ben lieto di trovarci un albergo e farci da guida.

On the road
Ringraziamo ma rifiutiamo e risaliamo in sella. Mentre mi allontano butto un' occhiata dietro di noi...il negozio è tornato deserto.
Arriviamo in città verso sera, molto stanchi. Anche qui l'ingresso è traumatico. Passiamo su un lungomare sporco e puzzolente. Dal lato della strada ci sono delle vere e proprie baraccopoli e spazzatura ovunque. Sopra di noi stormi di cicogne volano in circolo, ma l'odore è nauseabondo.
Superiamo questa zona e la città vecchia in cerca dell'albergo scelto, ma facciamo fatica  e ci perdiamo. Involontariamente Ricky passa con il rosso e veniamo subito fermati dalla polizia. Lui si scusa, dice di essere molto stanco e che non riusciamo a trovare un Hotel. Gli diciamo i nomi di quelli ai quali avevamo pensato e ci dicono di seguirli,che ci avrebbero accompagnato loro....partono e fanno un'inversione a u pazzesca su una strada a striscia continua.

On the road
Hanno due motorini scassati, ma vanno veloci e agili nel traffico della città. Ci portano a destinazione, ci salutano e non ci fanno neanche pagare la multa.
L'Hotel Majestic è di fronte alla medina e la stanza è affacciata su orridi palazzi. Siamo un pochino stanchi di città sporche e trafficate, così decidiamo che l'indomani lasceremo il Marocco.
La sera ceniamo in un ristorante spartano con tovaglie di carte e un arredamento veramente spoglio, ma mangiamo benissimo, un ottimo pollo con le patate. Qui, a differenza del resto del paese, la gente sembra quasi infastidita dal turismo. Veniamo serviti infatti dopo tutti i marocchini e in modo veloce e sgarbato. Anche nei negozi della medina quasi devo attirare la loro attenzione per comprare qualcosa. Prendo però numerose spezie ad un prezzo molto conveniente.
Ce ne torniamo in stanza stanchi morti e ci addormentiamo immediatamente.

3 Agosto Rabat, Tangeri, 247 km, Algeciras- Marbella,(Spagna) 82,9 km

Abbiamo deciso, oggi lasciamo il Marocco. Partiamo alla volta di Tangeri, si sta bene e il mare ci accompagna. Sono circa trecento chilometri ma siamo costretti a fare numerose fermate causa attacchi acuti di mal di pancia di Ricky. Il famoso monte Zuma fatica ad abbandonarlo. In una di queste incontro un gattino di neanche due mesi che si fa coccolare tutto fusa e strusciate.
All'arrivo in porto ci fermiamo nella zona dei biglietti e, anche qui, un ragazzo si propone per aiutarci a fare i biglietti. Nonostante insistiamo di farcela benissimo da soli, lui dice che qui funziona così. Alla fine vince lui, ma gli va male, dopo aver acquistato il biglietto ci restano solamente tre dhiram...lui ne vuole duecento!!!
Dopo varie discussioni accetta i soldi che abbiamo e si allontana mandandoci a quel paese.
Dopo la dogana passiamo alla perquisizione del mezzo. Le auto vengono piazzate di fianco ad un camion che ha una specie di grande portale su lato, i passeggeri vengono fatti scendere e azionano questo marchingegno che passa sopra le auto stile scanner. Per noi la procedura è diversa, un poliziotto ci fa accostare, aprire un bauletto ed inizia a metterlo in disordine senza neanche guardarci dentro e poi chiede, avete  della droga? Si certo, abbiamo trecento chili di cocaina e altrettanti di Marjuana....va beh.
In nave ci piazziamo davanti alla tv a vedere le olimpiadi, salto in alto femminile.
Gibilterra 
Non abbiamo soldi e una fame bestiale. Il mio salvatore
risolve il problema con un lampo di genio. Trova un signore che spende cento euro al duty free, si offre di pagarglieli lui con la carta e si fa dare in cambio i contanti. Felici pranziamo con biscotti, salatini al sesamo e coca cola.
Quando scendiamo in terra spagnola ci sentiamo più rilassati e puliti. Facciamo qualche chilometro sotto il caldo e, arrivati a Marbella ci mettiamo in cerca di un hotel vicino al mare. Difficile da trovare una volta superata la città. Chiediamo ad un passante che ci dice che in zona c'è solo un albergo, ma a tre stelle... e lo dice come se non potessimo permettercelo. Così ci consiglia un campeggio. Noi invece andiamo al super hotel che è un vero e proprio villaggio turistico e che, in realtà, ci fa anche una buona offerta per due notti....che possiamo permetterci....ma quando sentiamo la parola all inclusive e vediamo passare intere famiglie con i braccialettini dello stesso colore veniamo colti da ansia e ce ne andiamo....di fronte allo sguardo di tutti quelli che avranno pensato...non potranno permetterselo.
Subito dopo troviamo un paesino sul mare, con negozi di souvenir, tutto a uno due euro,ristoranti kebab, indiani, cinesi e mega burger king...insomma, un posto abbastanza Kitsch da piacerci.
Troviamo un albergo bello, ma tranquillo, ad un prezzo accettabile e sopra un bar frequentato da stravaganti persone. Mentre Ricky si accorda per le chiavi non posso non notare che di fronte a me, seduto a bersi una birra in tutta tranquillità, c' è un ragazzo vestito da Superman......
Insomma, una piccola Las Vegas, e già mi sento a casa.
E' già sera ma scendiamo in spiaggia superando i grandi palazzi che dividono la strada dal mare passando per una piazza con case tutto intorno in stile francese, si chiama infatti Place Mon Martre.
Il lungomare è un negozio di souvenir e ristoranti turistici uno via l'altro e la spiaggia è grande. Ci tuffiamo in acqua che, a differenza di come ricordavo in queste zone, è molto pulita e siamo super felici. E' il nostro primo bagno del viaggio. Cosa chiedere di più. Ci facciamo una passeggiata bevendo birra e la sera non resistiamo alla tentazione di mangiare al cinese di fronte.
Il viaggio ci ha provati e ce ne andiamo subito a dormire.

4 Agosto, Marbella


Europa

Oggi vogliamo solo stare in spiaggia. Ci piazziamo con i nostri teli e siamo contenti del fatto che ci sia poca gente. Ci buttiamo in acqua e poco dopo Ricky viene punto da una medusa. Usciamo, niente di grave torniamo a sdraiarci. Fa caldo e il bagno è d'obbligo. Notiamo però che le persone titubano e si guardano intorno. Da lì in poi una serie di attacchi di medusa costringe addirittura l'intervento dei bay watch. La cosa ridicola è che, nonostante il via vai di persone e bambini piagnucolanti per le bruciature, tutti si ostinano ad entrare in acqua ed escono facendo sceneggiate assurde.
Alla fine un insieme di spagnoli muniti de retino e racchettoni si mette a raccogliere queste povere creature e a sotterarle sotto la sabbia, credendo forse di ripulire l'ambiente.


Spagna
Alla fine rinunciamo ai nostri bagnetti e ci buttiamo al chiringuito a bere Tinto del Verano e mangiare Papas Bravas.

Marbella , Spagna
La sera ceniamo in un mega fast food all'americana, con davanti un pub all'irlandese e di fianco un locale caraibico con luci al led. E' pieno di ragazzini inglesi ubriachi che fanno il filo ad altrettante ragazzine praticamente svestite. Sul lungo mare invece anziani e famiglie si godono la passeggiata tra le bancarelle di artigianato e merce contraffatta...è veramente un posto assurdo.

5 agosto, Marbella - Benicassim 799 km

Partiamo decisi ad arrivare oltre Barcellona e alla ricerca di un posto un pochino più tranquillo, ma soprattutto con un mare accessibile.

On the Road , Spagna
Fa veramente tanto caldo, e passiamo per le alte montagne  della sierra. Ci fermiamo a pranzare in un ristorante che ci offre un menù fisso ma chiediamo solo una parte visto che dovremmo viaggiare tutto il giorno. Non prendiamo nemmeno il dolce, peccato che il cameriere si dimentichi di dirci che anche se si prende una sola portata anzichè tre si paga comunque uguale. Così riescono a fregarci anche in terra spagnola.

Benicassim , Spagna

Il viaggio è veramente lungo e infinito. Incontriamo dei ragazzi italiani in camper che arrivano da Valencia e ci fermiamo un pochino a chiacchierare. Vogliono sapere del Marocco e glielo consigliamo, perchè, in fondo, nonostante tante cose non ci siano piaciute, è stata una bellissima esperienza di viaggio che consiglio a chi ha voglia di fare qualcosa di diverso.
Superiamo anche Valencia e, ormai verso sera, arriviamo vicino a Castellon in un piccolo paese che ci ispira molto. E' tranquillo, c'è la festa con le bancarelle e la spiaggia è bella. Sembra però impossibile trovare un albergo. Il punto informazioni ci manda nel "pueblo", lontano dalla spiaggia e quando arriviamo all'hotel un cartello dice che, essendo tutto vuoto, per prendere una stanza è necessario chiamare il proprietario che arriverà il prima possibile.

Benicassim , Spagna
Siamo stanchi, nervosi e ce ne andiamo. Decidiamo di dirigerci a Benicassim che, fortunatamente, raggiungiamo in poco tempo.
Qui gli alberghi sono molti ma i primi che troviamo sono troppo costosi.
Finalmente  dietro il lungomare troviamo un hotel veramente carino ad un prezzo accessibile che ci offre una stanza chiedendoci però di cambiarla il giorno dopo. Accettiamo e non possiamo credere di essere arrivati.
Il paese non è proprio come ci si aspetta in spagna. E' tranquillo, per famiglie. Ceniamo in un fast food per vedere la finale dei 100 metri di Bolt e ce ne andiamo a dormire distrutti.

6 agosto, Benicassim

La mattina facciamo una colazione da principi. C'è un buffet con di tutto e di più. I clienti sono per lo più anziani e famiglie con bambini e veniamo osservati con curiosità.

Benicassim , Spagna
Scendiamo in spiaggia e la troviamo bellissima. Non è di sabbia ma di piccoli sassolini bianchi. E' una striscia lunga e ordinata, una passerella in legno la percorre in lunghezza e splendide ville con piscina e campi da tennis si affacciano sul mare come a Los Angeles.
Ci sono le palme e le docce. L'acqua è caldissima, pulita e stiamo benissimo.
Ci spostiamo poi più avanti verso la Torre Vicente dove una piazzetta pulita con panchine e inserti di moquette viola divide la spiaggia di sassi da quella sabbiosa.
Mangiamo un bocadillos con jamon e beviamo il tinto. Finiamo la giornata giocando tra le onde, prendendo il sole e bevendo birra al chiringuito.


Tinto e Cerveza

Benicassim , Spagna
Al ritorno in hotel ci hanno cambiato la stanza, dandoci un'enorme quadrupla con  bagno spettacolare e terrazzino, allo stesso prezzo della doppia della sera precedente.
Decidiamo di cenare al centro città dove dovrebbero esserci locali e un pochino di movimento in più....ma è un mortorio, che però non ci dispiace, perchè i ristoranti tipici hanno dei prezzi accessibili e sono vuoti.
Ci rimpinziamo di tapas e torniamo in albergo felici e rilassati.

7 agosto, Benicassim - Arles ( Francia ) 671 km


Costa Brava, Spagna

Dopo la super colazione partiamo alla volta della Francia. Il cielo è stupendo, enorme con tante nuvole e il paesaggio intorno è molto bello, con scogliere e piccole spiaggette bianche.







Arles, Francia
Facciamo una piccola deviazione per Terragona in cerca di un centro commerciale. Voglio vedere i prezzi della Desigual. Sfortunatamente non sono così convenienti ed esco a mani vuote.


Arles, Francia

Arles, Francia
L'idea è quella di riuscire a trovare un paesino che avevamo visto sulla strada all'andata.... e il mio Ricky me lo trova.
Si chiama Arles è sul fiume ed è un insieme di casette bianche attraversate da piccole vie con lampioncini.
Fatichiamo un pochino a trovare un albergo, sono tutti un po' cari, ma ci danno una cartina con tutte le pensioni e troviamo l'albergo a una stella Paris. E' in centro, con una stanza spartana ma abbastanza pulita e bagno in comune. Spendiamo 40 euro per una notte, prezzo più che accettabile.
Arles, Francia
Passeggiamo verso il centro arrivando fino all' Arena, alla piazza principale e passando per adorabili viette. C'è un senso di tranquillità che ci appaga. Scegliamo un ristorante bellissimo dentro un cortile. Sembra di essere in un castello. Mangiamo benissimo e, finalmente, beviamo vino. Prima di andare a dormire ci facciamo una bella passeggiata sul fiume sotto lucine di tutti i colori.
Andiamo a letto contenti di aver scelto questo posto come ultima meta del nostro viaggio.

8 Agosto, Arles - Milano 574 km



Lasciando Arles, Francia

Facciamo colazione al bar dell'albergo e scambiamo quattro chiacchiere con una famiglia di Lodi ed un signore stravagante spagnolo. Adoriamo il fatto di poter parlare sempre con gente diversa per pochi minuti e sapere che poi non la rivedremo mai più.
Lasciamo la città e affrontiamo la francia, con i suoi odiosi caselli autostradali.
Ci fermiamo sopra il principato di Monaco e fotografo questi enormi palazzi affacciati su un mare cristallino punteggiato da yacht e barche a vela.
Principato di Monaco, Francia
Quando entriamo in Italia siamo felici. Pranziamo all'autogrill e vediamo al tg la conferenza del maratoneta che piange disperato confessando di essersi dopato....siamo tornati.
Arriviamo a casa e i nostri amici pelosi ci accolgono come al solito, il Pocho tutto coccole e fusa, Enzo come se non fossimo mai andati via e il Lino, offeso, sotto il tavolo sospettoso. Prunilde miagola dal lavandino del mio bagno.
E' stata un' esperienza unica e siamo molto fieri di averlo fatto.
Nonostante molte cose non ci siano piaciute e, forse, non siamo molto affascinati dal tipo di cultura marocchina, è un altro viaggio che ci rimarrà nel cuore.
Ora siamo pronti a progettare il prossimo viaggio.

Sara e Ricky

TUTTE LE FOTO SU
http://www.flickr.com/photos/sarabress/sets/72157630985359042/



4 commenti:

  1. Complimenti! Oltre alle fantastiche emozioni del viaggio che avete vissuto in prima persona, il racconto è veramente da articolo da pubblicare su qualche rivista, coinvolge la curiosità di chi lo legge e aumenta la voglia di caricare armi e bagagli, innestare la prima e partire...

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  2. Complimenti concordo con "Viaggi di un sognatore" davvero molto coinvolgente l'articolo.

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  3. Grandi ragazzi, veramente bravi, spero che un giorno possa farlo anch'io quel viaggio, grazie di tutti i consigli..............complimenti e saluti.

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